By the lake...

Kawaguchiko
Dopo circa un oretta di viaggio lungo le pendici del Fuji, il pullman arriva finalmente alla stazione di Kawaguchiko, la piccola cittadina sulle sponde dell'omonimo lago in cui ho deciso di passare parte della giornata. L'aria che si respira è totalmente diversa da quella di Tokyo o Kawasaki, è tutto più tranquillo, c'è pochissima gente in giro, e la città è immersa nel verde. Appena sceso dall'autobus sono spaesato, come al solito non ho la minima idea di dove mi trovo, ed essendo una tappa decisa quasi all'ultimo momento, non mi sono informato molto.
Ancora Kawaguchiko
Per fortuna nella stazione trovo un ufficio del turismo, e sfogliando tra i volantini, ne trovo uno di un onsen che sembra non essere troppo lontana, e dai prezzi abbordabili (e con lo sconto per chi porta il volantino xD). A giudicare dalla cartina, sembra essere a 2-300 metri di distanza, e mi incammino subito, facendo sosta al primo 7-eleven che trovo per una veloce colazione a base di pollo fritto. Dopo poco, mi rendo conto che le strade in cui sto camminando non assomigliano neanche lontanamente alla cartina che c'è sul volantino, che sembra essere fuori scala e pochissimo dettagliata; indeciso sul da farsi, se affidarmi al mio istinto e continuare a camminare sperando di arrivare o tornare indietro finchè mi ricordo la strada, decido comunque di proseguire, e dopo un paio di chilometri arrivo miracolosamente a destinazione.
L'onsen
La struttura è quando di più tradizionale si possa immaginare, anche se probabilmente è stata costruita in tempi abbastanza recenti, con mura esterne, un grosso giardino e l'edificio principale, in stile giapponese coi classici tetti a pagoda, al centro. All'ingresso, dopo essermi levato le scarpe, trovo l'onnipresente distributore automatico bilingue di ticket, in cui scelgo l'ingresso all'onsen per un giorno intero (l'unica opzione, un po' esagerata secondo me..) e l'affitto degli asciugamani di cui sono sprovvisto (d'altronde arrivo da una scalata xD). Porto i miei biglietti alla reception, e dopo aver ricevuto il materiale, vado negli spogliatoi, dove sono riportate più volte le "regole di comportamento". Dopo essermi denudato entro nella sala dell'onsen vera e propria, anche se purtoppo è più simile a una normale sauna, che non agli onsen tradizionali all'aperto che uno si aspetta dai manga, la prossima volta cercherò meglio prima; la prima cosa da fare è lavarsi bene, per non sporcare l'acqua delle terme, e quindi prendo posto in una delle "docce" tradizionali: sgabello, secchio, rubinetto e sapone. Una volta pulito, entro nella vasca termale, dove scopro che l'acqua è decisamente più calda di quello che mi aspettavo, e io di solito resisto abbastanza bene alle alte temprature; asciugamano in testa, comincio a rilassarmi, e la fatica accumulata il giorno precedente sembra scioglersi nell'acqua, ma dopo una ventina di minuti devo uscire, il caldo comincia a essere insopportabile.
Lago Kawaguchi
e Fuji tra le nuvole
Mi dirigo quindi verso il lago, fortunatamente a pochi passi da li, e mi rilasso un po sulle sue rive, gustandomi il panorama e scattando qualche foto, anche se purtroppo, nonostante la giornata sia abbastanza serena (e calda), il Fuji è comunque circondato dalle nuvole.
Per tornare indietro decido di fare una strada diversa dall'andata, pensando che la nuova sia più veloce: sbagliato, dopo poco mi trovo a girare in mezzo al nulla, lungo una strada che sembra non finire mai e che pare portarmi in una direzione diversa da quella prevista. Dopo quasi un'ora di cammino riesco finalmente a tornare alla stazione, ma le disavventure non finiscono qua. Acquisto il biglietto per tornare a casa e mi dirigo al binario indicato, e dopo pochi minuti, vedo arrivare un treno su un binario diverso; non sospettando niente rimango in attesa, ma dopo un po' capisco che era quello il treno che avrei dovuto prendere, e che per qualche motivo ha cambiato binario (o molto più probabilmente ho sbagliato a leggere io u_u).
Thomas xD
Sul treno successivo, dopo qualche fermata, un gentile controllore mi informa, pur non parlando una parola di inglese ma equipaggiato di un foglio con tutte le frasi di cui può avere bisogno, che il mio biglietto è sbagliato ed è per treni locali, mentre io ne ho preso uno rapido, ma per fortuna non devo pagare nessuna multa, solo la differenza di prezzo. Poco male, il viaggio dura una mezz'ora in meno del previsto.
Udon (freddi u_u)
Arrivo a Tokyo intorno alle 15.30, e la prima cosa che faccio è cercare un posto dove mangiare: sto morendo; mi infilo quindi nel primo ristorante che trovo nella stazione, senza neanche fare troppo caso ai piatti che servono, e prendo una grossa ciotola di udon, con uovo, una strana sostanza bianca e tempura di zucca. Anche questa volta rimango fregato da una domanda che mi viene posta in giapponese, e mi ritrovo con un piatto freddo, non del tutto soddisfacente... Ma la prossima volta non mi fregano più...
Dopo pranzo me ne torno in ostello, pensando di potermi finalmente rilassare e concedere un po' di sonno, ma scopro che in realtà la giornata è appena cominciata...

Comin' down the mountain...

Random photo:
prove anti-tifone
Dopo due giorni devastanti di concerti, decido di prendermi un giorno di riposo, considerando che quello successivo sarà ancora più stancante: il programma infatti prevede la scalata del monte Fuji in notturna, per assistere all'alba dalla cima. Vado quindi a fare solo un po di shopping ad Akihabara, e compro la mia nuova macchina fotografica istantanea.
Il giorno dopo, mi sveglio tranquillamente all'ora di pranzo, e mentre rileggo le informazioni per la scalata, Rajko, un ragazzo danese, mi chiede se può venire con me, dato che anche a lui interessa l'impresa; l'unica incognita che rimane è il tempo: è infatti previsto l'arrivo di un tifone nella zona di Tokyo, e scalare una montagna probabilmente non è la cosa migliore da fare. Decidiamo di andare lo stesso, perchè sembra che il tifone passerà solo di striscio, e io comunque non avrei un posto dove dormire quella sera (l'ostello era pieno quando ho prenotato), e dopo una breve sosta al Lawson per rifornirmi di onigiri e cioccolata, ci dirigiamo alla stazione di Shinjuku, da dove parte il bus che ci porterà alla 5° delle 10 stazioni che compongono il percorso, situata circa a metà dell'altezza della montagna.
Anche il Fuji ha
la sua mascotte pucciosa
Arriviamo intorno alle 7 ed è già buio, e cominciamo a camminare. Raggiungiamo velocemente la 6° stazione, dato che la strada è per la prima parte in discesa, e per la seconda in lieve salita. Lungo la strada per la 7° stazione, invece, le cose cominciano a farsi più difficili: la pendenza è aumentata notevolmente, e la terra è stata sostituita da sabbia e rocce vulcaniche, la prima è molto fine e rende difficile il cammino, oltre al rischi di scivolate, le seconde invece sono aguzze e affilate, e bisogna fare attenzione a dove si mettono le mani, oltre a fare il possibile per evitare di caderci sopra.
Alla 7° stazione, ci rendiamo conto di 2 tristi verità: stiamo andando troppo veloci rispetto alla tabella di marcia e i tempi classici di salita, quindi ci toccherà aspettare in cima, e pur non essendo ancora vicini ai 3000 metri, la temperatura è già precipitata, raggiungendo probabilmente i pochi gradi sopra lo zero, e il nostro equipaggiamento, da bravi gaijin, consiste in jeans, maglietta e felpa. In altre parole, stiamo morendo di freddo.
Per rendere il tutto più complicato, il vento è sempre più forte, a volte talmente tanto da impedire i movimenti, e almeno un paio di volte rischiamo di cadere a causa sua.
8° stazione
Arrivati all'8° stazione, decidiamo di riposarci un po', e ci infiliamo nei bagni, non sono caldi ma almeno siamo riparati dal vento; dopo una ventina di minuti siamo però cacciati dal proprietario del rifugio, e siamo costretti a ripartire.
La 9° stazione si rivela una fregatura, essendo solo una piccola rientranza tra le rocce, neanche troppo riparata dal vento; ci fermiamo comunque per prendere un po di fiato e mangiare qualcosa, ma ripartiamo velocemente, ormai manca poco alla vetta, dove speriamo di poter trovare qualcosa in cui ripararci.
La luce *_*
Mezz'ora dopo, intorno all'1, un torii di legno ci accoglie finalmente sulla sommità della montagna, anche se a vederla sembra più un mercato: sono infatti presenti numerosissimi edifici, che oltre a fare da rifugio e vendere cibo, hanno varie bancarelle di souvenir all'esterno. I prezzi per mangiare o entrare sono ovviamente esorbitanti, ma per fortuna poco distante dall'area principale troviamo una piccola casetta di legno che sarà la nostra salvezza: è infatti uno dei probabilmente molti bagni sulla cima, ma dato che è ancora molto presto e non c'è praticamente nessuno in giro, compresi i gestori, entriamo indistrubati e tiriamo un sospiro di sollievo.
Italia (?) Uno!!!
Ovviamente, in una casetta di legno a quasi 4000 metri d'altezza, non fa particolarmente caldo, ma almeno siamo riparati dal vento, e con l'aiuto di un paio di lattine di caffè caldo da una delle onnipresenti macchinette, riusciamo a non morire congelati.
Mentre aspettiamo che il tempo passi, scopriamo di non essere i soli nelle nostre condizioni, e dopo non molto tempo accogliamo nel "nostro" rifugio una decina di altri ragazzi, di varie nazionalità, anch'essi decisamente non attrezzati alla scalata del monte; fortunatamente in compagnia il tempo passa più in fretta, e mentre 2 ragazzi tedeschi ci spiegano i significati delle canzoni dei Rammstein (?), si fanno le 4 ed è quasi l'alba, come gentilmente ci ricordano i gestori del bagno, che nel frattempo sono arrivati, e accortsi della nostra presenza, ci cacciano senza farsi troppi problemi.
Non credo
servano commenti...
Appena usciamo, Rajko mi informa che non si sente affatto bene e vuole scendere il prima possibile, e decide di aggregarsi ai 2 ragazzi tedeschi, che hanno deciso di andare via prima. Io invece voglio rimanere ancora, ma il freddo è ancora insopportabile, e insieme a 4 ragazzi francesi decidiamo di aspettare fino allo schiarirsi del cielo, per poi cominciare la discesa e goderci l'alba mentre camminiamo. Il panorama, che finalmente riesco a godermi, è una tra le cose più belle che abbia mai visto, una distesa di nuvole senza fine, illuminata solo dal rosso del sole all'orizzonte, ancora troppo basso per essere visto, ma che regala un'atmosfera incredibile.
La colazione dei campioni >.<
La discesa procede spedita e non è particolarmente difficile, ma bisogna fare molta attenzione: la strada è abbastanza ripida e sempre composta di sabbia, e le cadute sono scontate; io ovviamente riesco a sfasciarmi un braccio, bucando la felpa e riempiendola di sangue, e il tutto per un misero tagliettino. Per fortuna man mano che il sole si alza, lo fa anche la temperatura, e non essendoci nuvole al di sopra di noi si comincia finalmente a stare bene. Una delle parti migliori della discesa sono le foreste situate poco prima dell'arrivo, che immerse tra le nuvole, sembrano uscite da un racconto folkloristico.
Il Fuji da sotto
Alle 7.30 raggiungiamo finalmente il "campo base", e dopo aver salutato i miei 4 colleghi di discesa, passo a comprare qualche souvenir, e prendo il primo pullman della giornata, che mi porterà alla mia prossima meta: Kawaguchiko, una cittadina alla base del Fuji, sulla riva dell'omonimo lago. Motivo della visita: assaporare un po' del Giappone rurale, andare in un onsen, l'equivalente giapponese delle terme, a rilassarmi e smaltire la fatica della scalata, e fare qualche foto sulla riva del lago, sperando magari di vedere l'intero Fuji da sotto, cosa però molto improbabile.

P.S.: come era prevedibile, ho avuto sempre meno tempo per aggiornare il blog, con sempre più cose da fare, e nel frattempo sono ormai tornato a casa, ma non per questo voglio abbandonare tutto, quindi continuerò ad aggiornarlo man mano che ho tempo, anche se purtroppo non è la stessa cosa, soprattutto perchè dovrò fare molto più affidamento alla mia memoria...

Summer Sonic

Chiba
Il grande giorno finalmente arriva, ma non sento la sveglia e parto già in ritardo per sentire i primi gruppi. Arrivare a Chiba, una cittadina sulla costa a Nord-Est di Tokyo, dove si tiene il festival, mi è molto semplice: fin dalla stazione infatti mi basta seguire la folla e prendere un affollatissimo treno, che si svuota completamente una volta raggiunta la destinazione. La giornata è molto calda e non ci sono nuvole in cielo, ma per fortuna ogni tanto arriva qualche soffio di brezza marina a rinfrescare l'atmosfera.
Una volta arrivato all'ingresso scopro che, ovviamente, sono andato in quello sbagliato, e che io per ritirare il mio biglietto devo andare dalla parte opposta del complesso. Se non fosse che il posto è enorme, molto più di quello che pensavo, e per andare da una parte all'altra servono almeno 20 minuti, quasi tutti sotto il sole. Una volta sbrigate le formalità ed essere entrato, mi toccano altri 20 minuti di cammino per tornare nella zona in cui ci sono i concerti che mi interessano. Per fortuna sono quasi tutti nello stesso posto, al coperto, quindi il sole non è un problema, e arrivo in tempo per aggiudicarmi un buon posto tra le prime file.
I gruppi suonano in ordine di "importanza", e durante i primi due, School of Seven Bells e Kyte, l'atmosfera è ancora tranquilla, ci sono poche persone e le canzoni sono abbastanza lente e melodiche. Purtroppo apprendo quasi subito una triste verità: è vietate fare foto o video. E non è solo un "consiglio", il posto è pieno di addetti che hanno il compito di puntare le pile e ostruire la visuale a chiunque tenti di fare foto, e ho senitito che hanno persino requisito qualche macchina fotografica a quelli nelle prime file, quindi decido di non rischiare.
Con l'arrivo dei 65daysofstatic il pubblico aumenta notevolmente e comincia a scatenarsi come non avevo mai visto ad un loro concerto, e questo è il terzo a cui assisto. Loro come sempre sono fantastici. I prossimi sono i Mercury Rev, ma dopo una quindicina di minuti decido che è meglio andare a prendere posto per i Nine Inch Nails.
Chiba Marine Stadium
20 minuti di cammino dopo arrivo al Chiba Marine Stadio, il Main Stage del festival, in tempo per seguire la fine del concerto dei Boom Boom Satellites, che suonano uno strano incrocio tra rock e elettronica/techno che, come scopro successivamente, ha fatto stare male parecchi fan dei My Chemical Romance (O_ò). Finita la loro esibizione mi faccio strada a gomitate fin sotto al palco, e dopo una mezz'oretta di preparativi finalmente Trentuccio sale sul palco, nella sua solita maglietta attillata grigia da concerto. Dopo una fantastica Somewhat Damaged, inizia a piovere, e dopo un altro paio di canzoni, sta venendo giù un diluvio con i fiocchi. Trent commenta con un "Now it feels like a fucking Nine Inch Nails show! Whoever goes to repair himself is just a pussy!", e io non posso che essere d'accordo. Purtroppo, essendo un festival, ogni gruppo ha poco tempo a disposizione, e ne hanno giusto per fare i loro grandi successi, oltre a una cover di David Bowie; dopo poco più di un ora, il concerto si chiude con una commovente Hurt, e con essa finisce anche la pioggia. Bagnato fradicio, mi allontano dal più bel concerto della mia vita.
Decido che guarderò ancora un concerto per poi tornare in ostello, invece di passare la notte li come previsto, e detto ciò raggiungo il palco dove Aphex Twin tiene il suo spettacolo, un ora senza interruzioni di techno, luci, suoni e video proiettati ovunque.
Me ne torno il più velocemente possibile in ostello, e dopo un lungo bagno caldo, me ne vado a dormire esausto.
Roppongi by Night
Il giorno dopo, passo la giornata a riposarmi sul divano per riprendere le forze, e la sera, io, Sophie e Romain decidiamo di unirci ad un nuovo ragazzo svedese ed andare a Roppongi, in un locale che pare sia molto famoso tra gli stranieri e abbstanza economico. E' già troppo tardi per l'ultimo treno, e decidiamo di prendere un taxi, che ci viene a costare più di 30 euro, per fortuna siamo in 4. Roppongi di notte è uno spettacolo di luci e colori, ed è molto più viva che di giorno, essendo una delle zone maggiormente dedicate alla vita notturna. Il locale in cui finiamo però non è un granchè, affollatissimo, e con musica di dubbio gusto, e dopo poco più di un ora decidiamo di abbandonare lo svedese al suo destino, e passiamo il resto della notte tra McDonald e Don Quijote, in attesa del primo treno.
WTF???
Dopo una veloce dormità, sono di nuovo sul treno, diretto a Chiba per l'ultimo giorno di Summer Sonic, interessato sostanzialmente a 2 soli gruppi, Maximum the Hormone e Sonic Youth: i primi sono dei pazzi, e credo di non aver mai visto così tanta gente ballare e pogare tutta insieme, per fortuna l'essere così in tanti aiuta, perchè è impossibile cadere, si è sempre sorretti da qualcuno; quando esce sono bagnato quasi tanto quanto 2 giorni prima, ma non per la pioggia. Sui secondi poco da dire, sono semplicemente dei geni della musica, riescono a usare il rumore e le chitarre per creare cose incredibili, soprattutto dal vivo. Purtroppo non distruggono niente, ma il duello finale con le chitarre è stato epico.

Everything is better on IMAX

Kawasaki
Manca solo un giorno al Summer Sonic, e non volendo stancarmi troppo prima del grande evento, decido di andare a Kawasaki, una cittadina a pochi chilometri a sud di Tokyo, dove è presente l'unico cinema IMAX della zona. Essendo l'unica sala, non ho una grande scelta di film, e guarderò Harry Potter per la terza volta, per fortuna è un film che mi è piaciuto.
Pur essendo una cittadina di periferia, la stazione è enorme, ed è collegata direttamente a 3 diversi centri commerciali. Non avendo idea di dove sia il cinema, entro in uno a caso, e fortunatamente è quello giusto. La temperatura è andata aumentando negli ultimi giorni, e oggi è probabilmente il giorno più caldo da quando sono arrivato, e l'umidità è a livelli inumani, quindi decido di passare più tempo possibile nei negozi..
Per prima cosa, vado a prenotare il biglietto, per evitare inconvenienti dell'ultimo momento, e insieme ad esso ricevo un buono omaggio per dei gettoni alla vicina sala giochi, che vado subito a sfruttare, buttandomi su un pachinko di Evangelion. Dato che per oggi non ho molto da scrivere, spendo due parole per parlarne.
Pachinko
Il pachinko è, sostanzialmente, una versione più complicata e leggermente più interattiva delle slot machines. Il giocatore, ruotando una manopola alla base della macchina, regola la potenza con cui una serie di palline di metallo sono lanciate. L'obbiettivo è far raggiungere alle palline un buco posto da qualche parte, e far partire in questo modo una slot machine, che in caso di vincità restituirà altre palline o gettoni, a seconda dei casi. Ovviamente è un po' più complicato di così, ci sono bonus, moltiplicatori e parti meccaniche che si attivano solo in certe situazioni. Potrebbe anche non sembrare un granchè, ma vi assicuro che provoca dipendenza, quindi portatevi pochi soldi se volete solo provare. Tra l'altro, il gioco d'azzardo sarebbe illegale, ma grazie a dei cavilli legali e l'appoggio della mafia, tutto è risolto.
Bibin-don
Per pranzo, decido di fare un giro tra le vie della città per spendere poco, dato che il bigietto del cinema mi è costato quasi 20 euro. Per fortuna trovo quasi subito un ristorante della catena Matsuya, specializzata in riso, e in cui sono già stato ad Akihabara. Pur avendo amato il Gyudon dell'altra volta, riso con sopra della carne, decido di cambiare e provare il Bibin-don, che contiene in più un uovo e delle strane verdure, che però rovinano un po il sapore.
Te verde, vaniglia,
lampone e fragola :Q___
Dopo pranzo finisco di girare un po' per i dintorni, assaporando l'aria della periferia e le sue strade praticamente deserte, per poi tornare al cinema, dove prima di entrare provo, finalmente, un enorme, delizioso e costosissimo gelato di Häagen-Dazs. Appena entro nella sala, rimango tutto subito un po' deluso dalla dimensione dello schermo, che è, a occhio, uguale a quello della sala 1 dell'Ideal di Torino, ma in effetti se non sbaglio quello è uno degli schermi commerciali più grandi d'Europa. Tutti i dubbi però spariscono non appena inizia il film: la qualità dell'immagine è notevolmente superiore, così come quella dell'audio; inoltre, i primi 5 minuti del film sono in 3D e sono magnifici. Peccato che non abbiano sfruttato di più la cosa e fatto più scene: il quidditch o la parte nella grotta sarebbero state perfette in 3D.
Finito il film, me ne torno subito in ostello, e dopo una veloce cena made in Lawson, si va tutti al bar a bere qualcosa, e tutto il resto è nebbia...

Lost in Shinjuku

West Shinjuku dall'alto
Il vantaggio di avere così tanto tempo da passare in un solo posto, è che alla fine me la posso prendere con comoda, anche se probabilmente finirò col non vedere molte cose.
Rimango a riposare in ostello fino all'ora di pranzo, e sistemo un po di cose, tra cui l'aggiornamento del blog :P. Prima di uscire, mi do appuntamento con Mark, un ragazzo americano, per trovarci alle 5 alla stazione di Shinjuku: entrambi vogliamo infatti visitare 2 posti in quella zona, il Park Hyatt, l'hotel dove è ambientato Lost in Translation, e il palazzo del governo, in cui è presente un osservatorio per ammirare la città dall'alto.
Io decido di partire subito, in modo da avere tempo di mangiare qualcosa la, e fare un giro della zona in generale.
West Shinjuku dal basso
Shinjuku, oltre ad essere famoso per essere un quartiere di affari, lusso e moda, lo è anche per la sua stazione, che è la più affollata del mondo, e in cui ogni giorno passano più di 2 milioni di persone. Per fortuna, l'ora in cui arrivo io non è particolarmente di punta e non la trovo affollatissima. Nonostante tutto, la stazione è enorme, e per un po di tempo vago senza meta al suo interno cercando di capire dove andare. Decido alla fine di fare un giro in Shinjuku Ovest, e mi reco quindi alla più vicina uscita.
"Hey you!", [Hug], [Kiss], [Whispers]
ç_ç
La zona Ovest è quella meno commerciale di Shinjuku, ma più dedicata agli affari, e il suo panorama è infatti dominato dai grattacieli, alberghi di lusso e sedi di grandi compagnie. Mi infilo tra le viuzze nei dintorni della stazione, e tutto mi sembra abbastanza familiare: è infatti la zona dove hanno girato il finale di Lost in Translation, oltre a sembrare una piccola Akihabara, dove però la maggior parte dei negozi sono di macchine fotografiche, orologi e cellulari, oltre alle onnipresenti sale e giochi e di pachinko.
Pranzo
Per pranzo mi infilo nel primo ristorante che trovo, dove mi concedo una grossa ciotola di ramen, condita con quella che credo sia una cotoletta di pollo, immersa nell'uovo.
Finito di mangiare, mi incammino verso il luogo di ritrovo, ed essendo in anticipo, faccio un giro nei 4 piani di Uniqlo, l'H&M giapponese. Dopo non molto, trovo Mark, e ci dirigiamo immediatamente verso il Park Hyatt. Il grattacielo in cui si trova è formato da 4 torri diverse, collegate in un unico palazzo, e ci mettiamo un po a trovare la strada giusta. Quando finalmente lo troviamo, ci aspetta una brutta sorpresa: una gentile hostess ci informa che vestiti come siamo non possiamo andare su, ma se vogliamo ci possono affittare loro dei vestiti.
Palazzo del Governo
Dopo aver declinato l'offerta, e un po' delusi, ci rechiamo al palazzo del governo, un grattacielo di 2 torri tra i più alti della zona, e in cui è presente un osservatorio panoramico in uno dei piani più alti. Il panorama dall'alto è fantastico, ma la giornata purtroppo non è delle migliori e il cielo è un po coperto, ma riusciamo a fare comunque delle belle foto e goderci un po la visuale.

A long day - Part 2

Tsukiji
Verso le due, veniamo raggiunti da Ai, la barista del bar dell'ostello, che ha staccato da lavoro, e si fa a fare uno spuntino. Torniamo sulla banchina del fiume, e ridendo e scherzando si fa l'alba, quando Ai ha un idea: andare al mercato del pesce di Tsukiji. Siamo già praticamente in ritardo, quindi raggiungiamo velocemente la stazione e prendiamo il primo treno. Prima di entrare, Ai ci avverte della regola più importante: mai fermarsi; il mercato è infatti enorme e affollatissimo e ci si perde molto facilmente, oltre al rischio di essere investiti dai mercatari, che girano su carrettini elettrici ad altissima velocità, spesso senza neanche guardare se ci sono persone per strada.
Gah :Q___
Il mercato è un posto molto particolare, e molto bello: ci sono pesci di tutte le forme e dimensioni, alcuni familiari, altri mai visti, e i venditori sono tutti intenti a pulirlo e esporlo; osservare i pesci venire decapitati o segati in due è tutto sommato "divertente", anche se penso che esistesse un posto del genere ma per la carne, non sarebbe altrettanto piacevole.
Dopo essere stati al mercato del pesce, qual'è il posto migliore per fare colazione? Il McDonald ovviamente, dato che alcuni devono andare in bagno xD. Finalmente riesco ad assaggiare una delle "McColazioni", e non capisco perchè non le vendano in Italia, oltre al fatto che secondo me dovrebbero venderlo tutto il giorno: il panino che prendo io ha 2 hamburger, uovo e bacon :Q___
Shibuya Crossing
Dopo la pausa, torniamo in ostello, e ognuno va per la sua strada, a dormire molto probabilmente. Dopo un paio d'ore però io sono già sveglio, ed essendo già abbastanza tardi, mi preparo e parto per Shibuya. Ormai la mia conversione in giapponese è quasi completata, infatti mi addormento tranquillamente e mi sveglio poco prima di arrivare. Il primo impatto una volta uscito dalla stazione è sconvolgente: quando dicono che lo Shibuya Crossing è uno dei più affollati del mondo non scherzano, se escludiamo concerti o grandi eventi, non ho mai visto così tanta gente tutta in un solo posto. La prima foto va fatta ovviamente alla statua di Hachiko, uno dei punti di ritrovo più importanti del quartiere e della città. Il quartiere è uno dei più importanti per quanto riguarda i vestiti e la musica, ed è proprio da un negozio di vestiti che inizio il mio giro: lo Shibuya 109, uno dei più importanti della zona. Dopo averne girati 8 piani, decido di averne abbastanza per la giornata, e punterò altri tipi di negozi.
Shibuya 109
Per pranzo, non ho voglia di cercare qualcosa di particolare e devo fare in fretta perchè è già abbastanza tardi, e punto al primo McDonald (di nuovo xD), cosa abbastanza facile, dato che ce n'è uno ad ogni angolo. Per il resto del pomeriggio, passo da un negozio di musica all'altro, intervallando con un paio di librerie, ma purtroppo non trovo grandi offerte e non compro niente.
Dato che non ho molto altro da scrivere, un piccolo consiglio sul Giappone, utile soprattutto a Shibuya: anche quando camminano per strada, i giapponesi, tengono la sinistra, mentre noi, anche se in realtà di solito si va a caso, tendiamo a tenere la destra. E questo è particolarmente "pericoloso" in zone molto affollate, dove se non seguite il flusso di gente stando nella giusta corsia, finirete con lo sbattere contro qualsiasi cosa, soprattutto perchè spesso i giapponesi non prestano moltissima attenzione mentre camminano. Giusto per complicare le cose, sembra che a volte, per qualche strano motivo, questa regola non valga, e si cammini a destra, e io che sto a sinistra per adeguarmi, finisco per essere dalla parte sbagliata comunque. Per fortuna non succede molto spesso xD
Shibuya by night
Una volta calato il sole, continuo a girare un po' per fare qualche foto alla Shibuya by night, con le sue luci scintillanti, e alla fine torno in ostello, dove Ai ci aspetta al bar per bere qualcosa tutti insieme.

A long day - Part 1

Mori Tower
Per prima cosa, chiedo scusa ai miei fedeli (?) lettori se è due giorni che non posto niente, ma qua le giornate cominciano a riempirsi, e non ho più molto tempo per scrivere. Continuiamo da dove ero rimasto.
Dopo una sana dormita, decido di andare a visitare il quartiere di Roppongi, uno dei più recenti della città, con grattacieli, centri commerciali, e locali notturni molto frequentati dagli stranieri. La fermata della metro si trova all'interno del Roppongi Hills, il complesso più importante della zona, il cui principale edificio è la Mori Tower, un grattacielo di 54, che ospita, tra le altre cose, un centro commerciale, un museo di arte moderna, e una piattaforma di osservazione sul tetto. Subito fuori dalla stazione, vengo accolto da Maman, un gigantesco ragno di metallo, "simbolo" della zona. Durante il giro della torre, riesco finalmente ad vedere la Torre di Tokyo, non troppo distante da dove mi trovo.
Non sembra, ma è grossa quasi come la mia testa...
Roppongi, oltre a essere molto moderna, è anche molto lussuosa, e trovare un posto per mangiare alla mia portata è abbastanza complicato. Finalmente trovo un piccolo locale che vende ramen con brodo di maiale. Nonostante sia il posto più economico che ho trovato, una ciotola di ramen mi costa 1000 yen (poco meno di 10 euro), praticamente il triplo di quanto ho speso fin'ora per mangiare, ma ne vale decisamente la pena: la ciotola è enorme, è il sapore è fantastico, il migliore che abbia mangiato finora.
Si, c'è un gorilla che si arrampica...
Dopo pranzo, finisco la visita del Roppongi Hills con una piccola sosta nel suo parco, per poi passare alla sede dell'NHK, una delle più importanti TV del Giappone. Mentre giro per le vie nei dintorni, scopro che l'Hard Rock Cafè di Tokyo si trova proprio a due passi da lì, e una visita è d'obbligo. E' ancora presto e non ho voglia di bere e decido di prendere un gelato, e confermo la mia teoria secondo cui all'Hard Rock hanno prezzi esagerati, ma anche le dimensioni delle cose lo sono. Tra l'altro, come da "usanza", anche qua vengo rifornito di acqua gratuitamente (dubito che accadrebbe da altre parti).
Tokyo Midtown
L'altro grande complesso della zona, il Tokyo Midtown, è poco distante, e mi incammino per raggiungerlo. Quando arrivo, mi ritrovo davanti alla sede della Konami, e rimango in estasi per una decina di minuti. Nella torre principale del complesso, è presente un altro centro commerciale, sempre molto lussuoso, ma un negozio in particolare colpisce la mia attenzione, un negozio di frutta che potrebbe essere tranquillamente essere una gioelleria, e in effetti a giudicare dai prezzi, lo è. Li accanto, inoltre, visito il mio primo vero supermercato (non ne avevo ancora trovati), e nel reparto frutta e verdura trovo le cose più improbabili.
Tipico fruttivendolo giapponese... ?
Tralasciando i prezzi da capogiro, noto che la maggior parte delle cose che vendono sono o cose mai viste, o cose conosciute con strane forme o dimensioni, in particolare, sembra tutto più grosso: le pesche sono grandi come dei meloni, le prugne sono grandi come pesche, e gli acini d'uva sono grandi come pesche. Prima o poi proverò una di quelle pesche, nonostante costino dai 1000 yen in su.
Prima di andarmene, vado nel parco del complesso ad assistere a uno spettacolo di "fuochi d'artificio d'acqua", che nonostante possa sembrare una cosa fighissima, non erano un granchè, spruzzavano acqua e la coloravano con qualche laser.
Roppongi by night
Quando torno in ostello, scopro che è il complanno di Luis, un ragazzo francese, e andiamo a mangiare fuori per festeggiare. E' già tardi, e i sushi bar sono già tutti chiusi, e finiamo a mangiare in un locale specializzato in curry. Dopo cena, passiamo la serata sulla banchina del Sumida (il fiume di Asakusa), tra fuochi d'artificio (per cui chiediamo il permesso alla polizia per evitare di essere arrestati), birra, e gente che si tuffa nel fiume.
Continua...


View my stats